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Allarme povertà ed indebitamento post-pandemia, la denuncia di Legge3.it

Il covid 19 ha portato 1 milione di nuovi poveri, 400 mila nuovi disoccupati (soprattutto donne) e un +30% di richieste di credito su stima. Si teme un boom di richieste di prestiti

Gli italiani sono più poveri e hanno bisogno di soldi nell’immediato. Gianmario Bertollo (Legge3.it) “Sembra un déjà vu della crisi del 2008. A maggio abbiamo avuto +56% di richieste da persone che non riescono a gestire i debiti. Serve una maggiore educazione finanziaria”

La pandemia da covid19 ha dato un duro colpo all’economia italiana, lasciando dietro di sé oltre 1 milione di nuovi poveri. Il dato è una stima di Coldiretti basata sul numero di nuove richieste di aiuti alimentari al fondo europeo Fead. Si parla di un incremento di almeno il 40%, ma la Caritas dichiara di aver registrato un aumento medio del 114% di persone che si sono rivolte ai centri di ascolto o che hanno chiesto di accedere ai loro servizi.

L’ISTAT stima che tra marzo e aprile circa 400.000 persone abbiano perso il lavoro, con una prevalenza femminile, riducendo di oltre un punto percentuale gli occupati nel nostro paese (oggi abbiamo -1% di lavoratori, -1,5% di lavoratrici). Molti gli italiani, dunque, tra nuovi disoccupati e cassa integrazione non ancora erogata, ad essere diventati più poveri, con meno entrate e maggiori difficoltà a far fronte alle spese. Le richieste di credito su stima presentate ai monti dei pegni sono aumentate del 30%, al punto che molti esercizi hanno dovuto prevedere aperture straordinarie. C’è bisogno di denaro nell’immediato, per questo in molti sono stati costretti a vendere beni e gioielli.

Una volta finiti i beni da vendere, se queste persone non riusciranno a trovare un nuovo lavoro e se le cose non cambieranno a breve, non avranno altra scelta che chiedere un prestito. Sono molti gli esperti che temono il verificarsi di un boom di richieste nei prossimi mesi. L’allarme è stato lanciato anche da Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, che aiuta privati ed aziende ad uscire da situazioni di forte indebitamento.

“Sembra un déjà vu del 2008, quando le economie di tutto il mondo furono colpite da una profonda crisi che mise in ginocchio milioni di imprenditori e privati cittadini. – Commenta Gianmario Bertollo – Gli effetti di questa nuova crisi, che è bene ricordare non è solo sanitaria, ma anche economica, si stanno già facendo sentire. Solo nel mese di maggio, abbiamo avuto un incremento del 56% di richieste da persone che non riescono a gestire i debiti contratti durante i mesi di lockdown. Prestiti chiesti per riuscire a pagare i conti, sperando che in poco tempo tutto sarebbe tornato come prima, ma così non è stato. La cosa che desta ancor più preoccupazione è che circa il 70% dei nuovi contatti sono rappresentati da privati.”

Sono in molti a chiedere un pronto intervento da parte dello Stato a sostegno di famiglie, imprese e di tutti coloro che hanno visto le proprie entrate fortemente compromesse dal lockdown o, più in generale, dalla pandemia. Questo, secondo Bertollo, pone l’accento su un altro problema da lui sollevato più volte e trattato in un libro e in numerosi convegni, quello dell’educazione finanziaria.

“Molte persone sono finite in difficoltà non solo perché hanno perso il lavoro o hanno avuto una riduzione di entrate economiche, ma anche perché non avevano da parte risparmi a sufficienza per far fronte a eventuali imprevisti. Il ricorso sempre maggiore ai pagamenti digitali, che, da un punto di vista psicologico, danno una minor percezione della spesa, così come una cultura eccessivamente improntata al consumo, al voler avere l’ultimo modello di telefono o vestiti rigorosamente firmati o a fare vacanze in località esclusive, ci portano spesso a spendere più di quanto potremmo. C’è bisogno di una maggior educazione finanziaria, insegnando ai cittadini come gestire in maniera più efficiente il proprio denaro” conclude Bertollo.
FONTE : ALESSANDRO MAOLA COMUNICAZIONE