Medici di base e specialisti sempre più digital, per contrastare Dottor Google
Medici di base e specialisti sempre più digital, per contrastare Dottor Google
Secondo l’indagine di Deraweb, sono 4 miliardi le ricerche online legate alla
salute fatte in Italia ogni anno, il 55% riguardano patologie, il 20% sintomi e
trattamenti. 8 milioni gli utenti incappati in fake news
In Italia i medici di base e specialisti stanno diventando sempre più digital, con siti web e profili
social tramite i quali dialogano in tempo (quasi) reale con gli utenti. Un modo per arginare il
fenomeno che vede sempre più persone rivolgersi a dottor Google per dubbi e domande inerenti
alla propria salute e a quella delle persone care (almeno 15 milioni di utenti solo lo scorso anno).
Secondo l’indagine realizzata da Deraweb, brand del gruppo SunDera S.r.l. che si occupa della
creazione di siti web e della fornitura di servizi digitali, sono 4 miliardi le ricerche online legate
alla salute fatte in Italia ogni anno, circa 95 per ogni singolo utente. Il 55% delle digitazioni
riguardano la ricerca di informazioni su patologie, il 20% su sintoni e trattamenti e il 25% la
ricerca di strutture o specialisti.
Non sempre, però, quel che si legge sul web corrisponde al vero (o viene interpretato nel modo
corretto) e almeno 8 milioni di utenti dichiarano di essere incappati in fake news.
“Il problema è che fino a qualche anno fa la maggior parte dei medici aveva una sorta di chiusura
nei confronti della rete, come se fosse disdicevole avere un sito web, un profilo social o pubblicare
degli articoli o dei post online”, spiega Fabio De Lucia, Direttore Marketing & Co-
Founder Deraweb. “Questo, però, si scontrava con l’abitudine, ormai radicata nella maggior parte
della popolazione, a cercare in rete la risposta a ogni domanda, e che finiva per imbattersi in
notizie false o fuorvianti. Oggi, finalmente, stiamo assistendo a un cambio di passo tra i sanitari
che non solo stanno aumentando la presenza su internet ma, in molti casi, si rivolgono a noi o altre
agenzie per renderla più strutturata e performante”.
L’obiettivo è quello di fornire un’informazione medica attendibile “on demand”, per rispondere a
quei quesiti che ci vergogniamo di porre al medico in presenza, per tranquillizzarci di fronte a un
sintomo improvviso o per intervenire tempestivamente in caso di problemi di salute. Il problema,
però, resta quello di riuscire a distinguersi nella giungla delle informazioni online, riuscendo a
imporsi sulle fake news.
“In quest’ottica, diventa determinante saper organizzare i contenuti in modo chiaro ed esaustivo
(se l’utente non capisce cosa c’è scritto, o crede di non aver trovato una risposta completa,
cercherà altrove), evitando di scivolare nell’autoreferenzialità, ma anche curare gli aspetti
tipicamente di marketing, come la SEO, che permette di adattare i contenuti alle logiche
dell’algoritmo dei motori di ricerca, ottenendo un posizionamento migliore e una maggiore
visibilità. Indicizzazioni e posizionamento sono indispensabili per essere trovati dai pazienti e dagli
utenti. La presenza in rete dei sanitari, dunque – conclude Fabio De Lucia – assume un valore
anche sociale poiché evita gli errori e la confusione generati dal Dottor Google, aiutando gli utenti
a sentirsi più sicuri. Bisognerebbe essere legati da una missione: ‘assistere’ quante più persone
possibile, mediante una corretta informazione digitale e web. Ovviamente questo non è possibile
solo attraverso le potenzialità della rete ma, di certo, una divulgazione deontologicamente onesta,
corredata da una inequivocabile base scientifica, può e deve superare la malattia della
disinformazione. Per farlo, ogni operatore sanitario deve utilizzare il web in maniera consapevole
con un sito internet professionale, un blog aggiornato, una serie di video informativi e una
comunicazione social in linea con i valori ‘cari’ a Ippocrate”.
FONTE
La Porta Comunicazione