Design

Casa Casati : Musa, lasciatevi ispirare

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Un tavolo che gioca sulla stilizzazione delle forme femminili e sulla sensualità della materia. Il risultato? Un pezzo-scultura che può abitare zone diverse della casa.

Le silhouette delle dee egizie. I manichini delle “Madonne vestite”, arrivate in Italia nel ‘500 al seguito degli Spagnoli. Le crinoline che nell’800 custodivano le beltà femminili e ne gonfiavano le gonne. E poi i bustier e i guardinfante. Le curve di Hans Arp e quelle in libertà di Henry Moore. Metafisica e carnalità. C’è tutto questo e molto di più nel tavolo Musa di CASA CASATI, progettato dall’architetto Emanuele Genuizzi: un “pezzo-scultura” che porta con sé suggestioni artistiche legate alla stilizzazione delle forme femminili.

Musa 130 con base in Ombra Glossy e piano in Onice Oliva lucido al poliestere.
Sono le finiture infatti, ispirate alle opere di Arp e Moore, a conferire “umanità” a un pezzo che nasce nel segno dell’astrazione. Appositamente per la base di questo tavolo sono state messe a punto tre laccature speciali: Ombra, Fumo e Bronzo. Che colori sono? Indefiniti, creati per sovrapposizione come gli “strati d’ombra” di cui parla Jun’ichirō Tanizaki. Lo scrittore giapponese sosteneva che solo grazie all’indefinitezza generata dalle ombre è possibile cogliere la vera essenza delle cose.

“La finitura del Musa è realizzata stendendo due strati di colore sovrapposti, che successivamente vengono parzialmente “asportati” a mano fino ad ottenere l’effetto di profondità desiderato. E’ un processo delicatissimo, poiché è sufficiente un momento di distrazione, un gesto in più, ed ecco che il pezzo è irrimediabilmente rovinato e va ricominciato da capo!”, spiega Emanuele Genuizzi.

Il piano del tavolo, che può essere in marmo o in lacca, crea con il sottopiano un particolare gioco di contrasti che ricorda le ali di una manta. “E in questo senso – aggiunge Genuizzi – il Musa può anche definirsi un pezzo organico”.

Alle finiture originariamente previste per la base, se ne è aggiunta da poco un’altra: Goldsnow, un particolare bianco dai riflessi perlati che dà il meglio di sé abbinato a un top in marmo nero. Così come la nuance Ombra, dai riflessi vagamente violacei, ben si sposa al piano in breccia medicea o all’Onice Oliva.

Le lacche speciali della collezione CASA CASATI.

Giocato tutto sulle linee curve, anche nei raccordi tra le diverse superfici, il Musa è un pezzo-scultura che può abdicare senza problemi alle tipiche funzioni del tavolo. Non deve abitare per forza la sala da pranzo, ma si trova perfettamente a suo agio – solitario e senza il completamento di sedie – anche in un ingresso o in un salone. Se invece lo si apparecchia per una cena, troverà gli accessori ideali in grandi sottopiatti rotondi, porcellane e vetri dalle forme pulite ed essenziali.

Le sedie? Le Lola o le Nuba di CASA CASATI, per restare in famiglia. Altrimenti un abbinamento decisamente riuscito è quello con le sedute in tubolare cantilever di Mart Stam. In un dialogo fra linee contemporanee e grandi capolavori della storia del design.

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