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Tornano i TheFork Restaurants Awards – New Openings Special Edition – si aprono le votazioni per gli utenti

Dopo la pausa dovuta alla pandemia, tornano finalmente i TheFork Restaurants Awards – New Openings. Prende oggi il via infatti un’edizione speciale dell’iniziativa dedicata alle nuove aperture o nuove gestioni dei ristoranti più apprezzati dai Top Chef italiani. Il progetto, giunto alla sua terza edizione, è concepito e curato da TheFork, piattaforma leader nella prenotazione online dei ristoranti, in collaborazione con Identità Golose | The International Chef Congress. Per l’edizione 2021 l’iniziativa prende in considerazione le realtà nate o che hanno cambiato gestione tra gennaio 2019 e agosto 2021, un arco di tempo più ampio rispetto agli scorsi anni. La condivisione delle storie dietro ciascuna nuova apertura, soprattutto in questo periodo, porterà sempre più clienti a conoscere e provare questi nuovi ristoranti, dando così impulso alle nuove imprese della ristorazione. Una missione che TheFork da sempre sposa in questa iniziativa e in tutta la sua attività e che oggi più che mai è indispensabile per il rilancio del settore della ristorazione post emergenza COVID.

L’edizione 2021 conferma il supporto di due importanti attori istituzionali: la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, la principale associazione delle imprese della ristorazione in Italia, e APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani, la principale Associazione di chef professionisti. In qualità di Sponsor sarà presente ENGIE, player mondiale dell’energia e servizi con la missione di accelerare un’economia carbon neutral, con cui per l’occasione è stato istituito un riconoscimento speciale per conferire un premio al ristorante più sostenibile tra i 10 finalisti.

L’obiettivo dell’iniziativa è identificare e valorizzare le più convincenti nuove aperture o nuove gestioni con il contributo autorevole di 80 fra i più affermati protagonisti della ristorazione italiana. Già da oggi, sul sito www.theforkrestaurantsawards.it è possibile scoprire la lista delle selezioni dei Top Chef, individuati da Identità Golose, che hanno espresso la propria preferenza indicando ben 64 nuove aperture e gestioni. Non una competizione, dunque, ma un’iniziativa che valorizza la dinamicità della ristorazione italiana, sostenendo la nuova imprenditoria.

Da oggi e fino al 24 ottobre 2021, gli utenti di TheFork potranno votare sul sito dell’iniziativa la propria insegna preferita che, oltre al supporto della giuria tecnica, otterrà così anche quello del pubblico. Il 15 novembre 2021 saranno annunciate le insegne più votate in assoluto. Inoltre chi esprimerà la propria preferenze potrà essere estratto per vincere una delle 50 Gift Card TheFork da 50 euro messe in palio per l’occasione.

La votazione ha l’obiettivo di incentivare il passaparola digitale relativo ai ristoranti nominati, tutti vincenti grazie al sostegno di un Top Chef. Le decisioni finali saranno annunciate in un evento speciale di gala, il red carpet dei TheFork Restaurants Awards, che si terrà a Milano il 15 novembre 2021 presso il Salone D’Onore della Triennale.

Ecco la lista dei dei ristoranti nominati, dei Top Chef e della loro motivazione della nomina.

  1. Acquada, Milano – nominato da Marta Grassi

Motivazione: “Segnalo con piacere una chef molto brava e preparata che ha scelto Milano per proseguire il proprio percorso gastronomico, una città dove può esprimere al meglio la propria libertà creativa”.

A proposito del ristorante nominato

Acquada, acquazzone in dialetto lombardo, è il sogno divenuto realtà della chef Sara Preceruti, il luogo in cui la sua creatività incontra le migliori materie prime di stagione.

  1. Ahimè, Bologna – nominato da Mauro Buffo

Motivazione: “La cucina è frutto sempre di mente fresca, accostamento creativo, agilità di esecuzione e originalità”.

A proposito del ristorante nominato

Sta poco a poco rivoluzionando la scena golosa della città felsinea, in genere considerata piuttosto tradizionalista. La scelta è precisa: selezione di materia prima eccellente, cucina espressa, menù che cambia quotidianamente in base al mercato e che è strettissimo, nove piatti dall’antipasto al dessert.

  1. Altatto, Milano – nominato da Riccardo Gaspari

Motivazione: “Per la creatività e l’attenzione alla cucina vegetariana, estremamente creativa e ricca di sapori. E anche per la grande intuizione dell’asporto, unico in Italia estremamente sostenibile, durante il periodo di chiusura”.

A proposito del ristorante nominato

Un nuovo concetto di cucina Veg che nasce 6 anni fa dalla filosofia del catering vegan-vegetariano voluto da Giulia Marea Scialanga, Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri a cui si sono aggiunti un’altra ex di Leemann, Caterina Perazzi, oltre che Agostino Brambilla in sala. Qui le preparazioni sono attente, tecniche e complesse, ma si fruiscono in un ambiente rilassato. Il menu cambia ogni mese seguendo la micro stagionalità.

  1. Altriménti, Milano – nominato da Rosanna Marziale

Motivazione: “Un’insegna di nuova cucina borghese che attualizza con intelligenza grandi classici italiani”.

A proposito del ristorante nominato

Nel processo di definizione di una “nuova cucina borghese” a Milano spicca una realtà che si sta consolidando sempre più, l’Altriménti di Eugenio Boer e Damian Janczara. Si tratta di insegne contemporanee, fresche, dinamiche, di approccio conviviale, che in ambienti curati propongono ottima cucina “di quartiere”. Partito Marco Annunziata, in cucina c’è ora Loris Pema, classe 1990, esperienze al Luogo di Aimo e Nadia, al Pagliaccio e a Copenaghen al fianco di Christian Puglisi.

  1. Antica Friggitoria La Masardona, Roma – nominato da Salvatore Bianco

Motivazione: “La pizza fritta che sfonda nella capitale”.

A proposito del ristorante nominato

I capisaldi della friggitoria napoletana ci sono tutti, la pizza fritta è meravigliosa e opulenta. Rispetto alla formula tradizionale dell’antica friggitoria, questa versione è più vocata alla ristorazione comoda.

  1. Aprudia, Giulianova (Teramo) – nominato da Errico Recanati

Motivazione: “È un ragazzo in gamba, mi piace la sua tipologia di cucina e il percorso che ha fatto per arrivarci”.

A proposito del ristorante nominato

Grande logica gustativa. Nulla di elementare. Le costruzioni sono sempre attente, precise. La parte golosa emerge dopo un paio di bocconi. Il senso di appagamento anche mentale è assicurato.

  1. Aromaticus Trastevere, Roma – nominato da Cristina Bowerman

Motivazione: “È un bel posto, easy e lo chef Nicolò Cini è sempre più agguerrito: lavora sulle fermentazioni della verdura, sulla kombucha, con l’idroponica… Un locale non solo vegetariano, ma dove i vegetali hanno un’importanza fondamentale”.

A proposito del ristorante nominato

Da Aromaticus è possibile non solo mangiare (o portar via) una buona zuppa e un’insalata a pranzo, bere un succo di frutta pressato espresso, ma anchescegliere una pianta aromatica da regalare, semi biologici e growbag per l’orto cittadino.

  1. Balice, Milazzo (Messina) – nominato da Moreno Cedroni e Pietro D’Agostino

Motivazione di Moreno Cedroni: “Giacomo Caravello è un giovane chef che avevo già conosciuto da Martina Caruso a Salina. Ora nel suo ristorante sono sicuro che farà molto bene.”

Motivazione di Pietro D’Agostino: “Giacomo Caravello è un giovane promettente, con tanta carriera davanti. Lavora con materia prima siciliana sulla quale innesta il suo estro e la sua creatività in modo molto convincente”.

A proposito del ristorante nominato

La cucina siciliana prossima ventura passa anche da Milazzo. Qui il 19 luglio 2019 ha aperto Balìce, il ristorante di Giacomo Caravello che appare innanzitutto come un locale splendido: forma a elle, il lato più lungo che all’esterno dà sulla strada con la quale dialoga attraverso tre grandi vetrate; all’entrata, saliti alcuni gradini, il bancone cocktail dirimpetto a un salottino; poi i tavoli ben distanziati, una cucina spaziosa a vista e tanto verde. Un design metropolitano, come ce ne sono pochi in Sicilia; l’idea è di far percepire subito come questo sia un locale diverso dagli altri.

  1. Bianca sul lago, Oggiono (Lecco) – nominato da Danilo Ciavattini

Motivazione: “Per l’attenzione verso la memoria della nostra cultura gastronomica e l’importanza per la scelta della materia prima”.

A proposito del ristorante nominato

Struttura composta da un relais 5 stelle con 10 camere, un bistrot e un ristorante gourmet. Il percorso passa da mare a terra con grande facilità: accostamenti inediti in Italia di crostacei e animali da cortile (Scampo di Sicilia e faraona con cavolfiore e mela verde), grande varietà, mescolanza di stili ispirati a grandissimi chef. Flessibile ma ferreo nel rispetto delle regole del territorio e della trasformazione della materia prima.

  1. Bites, Milano – nominato da Viviana Varese e Antonio Guida

Motivazione di Viviana Varese: “Un progetto dallo stile moderno, che riesce a interpretare, anche con poco personale, una formula semplice ed esclusiva. Ho mangiato piatti ottimi!”

Motivazione di Antonio Guida: “Questi ragazzi hanno dimostrato tanta voglia di crescere e ora stanno mettendo in pratica quello che hanno imparato: non posso che esserne fiero!”.

A proposito del ristorante nominato

Una proposta molto originale per un format che prevede un solo menu degustazione, servito solo a cena, in contemporanea ai 16 ospiti del ristorante, di cui 8 seduti al bancone – per avere un posto in prima fila a tu per tu con gli chef. Qui si possono provare brace, fermentazioni, influenze giapponesi e nordiche.

  1. BOP Dumpling, Napoli – nominato da Marianna Vitale

Motivazione: “Dj, musicista e appassionato di cultura underground, Luca Affatto alias “Bop”produce nel suo piccolo shop a Napoli centro, i migliori dumpling del momento. Al banco e da asporto: pasta fresca, piatti caldi e kombucha home made”.

A proposito del ristorante nominato

Ravioli e salse tutti fatti a mano con prodotti della filiera italiana e ricette originali.

  1. Cà dei Volti, Cembra (Trento) – nominato da Alessandro Gilmozzi

Motivazione: “Mi lega un profondo affetto a questo ristorante: un localino grazioso, in una vecchia cantina, con arredi in vetro e una vista privilegiata sulla Val di Cembra, terra del Trento DOC. Ha una proposta di cucina interessante, che definirei una locanda contemporanea: in una parola, divertente. Ci vai e passi delle ore piacevoli, mangi cose fatte bene con una bella vena creativa Insomma, è una realtà del cuore”.

A proposito del ristorante nominato

Locanda contemporanea nel centro storico di Cembra, dove si condensa il giusto mix tra cucina tradizionale e la ricerca di nuovi sapori. Un progetto che fonda le sue radici nel suolo della Val di Cembra e del Trentino più in generale, una cucina a tratti territoriale, legata a prodotti di stagione con l’utilizzo di materie prime d’eccellenza, che strizza l’occhio a ingredienti di altri luoghi.

  1. Carnal, Roma – nominato da Anthony Genovese e Alfio Ghezzi

Motivazione Anthony Genovese: “È la nuova avventura, molto interessante, di un collega che stimo: Roy Caceres”.

Motivazione Alfio Ghezzi: “Sono stato lì un paio di volte perché conosco i ragazzi che lo gestiscono – Riccardo Paglia insieme a Roy Caceres – e ho apprezzato sia lo spazio che la loro proposta, dove la contaminazione della cucina centroamericana di Roy si fonde perfettamente con uno spirito più romanesco e verace di Riccardo in una cornice molto informale e contemporanea. Bello anche l’abbinamento con bevande miscelate e ambiente davvero rilassante e divertente”.

A proposito del ristorante nominato

Più che un ristorante, un progetto innovativo nato dallo chef Roy Caceres e da Riccardo Paglia, oggi alla guida di Carnal con Raul Grados. Insieme hanno scelto di non avere schemi, in uno spazio dove si respira calore fraterno e comfort domestico. La musica accoglie e per vivere a pieno l’esperienza bisogna lasciarsi trasportare dal ritmo suadente della cucina. Qui la tavola è rilassata, libera, aggregante, l’influenza latinoamericana è visibile nelle portate dove però si trova anche tanta Italia.

  1. Caro Melo, Donnalucata (Ragusa) – nominato da Pino Cuttaia

Motivazione: “Non posso che indicare il nuovo ristorante di un grande chef come Chiaramonte, sbocco di una carriera davvero rimarchevole”.

A proposito del ristorante nominato

Si ferma a Donnalucata, l’andare erratico di Carmelo Chiaramonte, una delle più brillanti promessa della cucina d’autore siciliana che da vita a un luogo rappresentato da una cucina sfrontata e provocante, indifferente a tutto quello che succede, analogica e artigiana. Territorio, tradizione e cultura personale che si innestano e contaminano per dar vita ad una cucina lontana dall’ossessione della perfezione estetica e concentrata sull’esperienza palatale.

15.Casa Buono, Trucco (Imperia) – nominato da Ugo Alciati

Motivazione: “Un piccolo ristorante, familiare, accogliente con uno chef di grande esperienza, che propone una cucina di prodotto molto attenta e gustosa”.

A proposito del ristorante nominato

Un piccolo ristorantino sulla bella strada che da Ventimiglia porta al Colle di Tenda: come racconta l’insegna è effettivamente la “casa” che si sono scelti Antonio Buono e Valentina Florio, dopo essersi conosciuti mentre entrambi lavoravano con Mauro Colagreco, al Mirazur di Mentone. La proposta gastronomica richiama l’idea della “spesa del giorno”: in base a quello che di fresco arriva quotidianamente al ristorante, Antonio Buono prepara una carta di 5 piatti.

  1. Ciciarà, Milano – nominato da Niko Romito

Motivazione: “Lo chef Aronne Giorgetti ha fatto un lungo percorso di crescita umana e professionale, prima nella mia scuola e poi come prezioso collaboratore da Spazio a Milano per 4 anni. Tecnicamente bravissimo, anche nella sua nuova realtà ha mantenuto saldi i principi filosofici che gli ho trasmesso negli anni.”

A proposito del ristorante nominato

Una trattoria che asseconda le tradizioni di un tempo con gli ingredienti poveri delle cucine del passato rilette con uno stile diverso grazie all’estro di Giovanni e Maria Moratti insieme a Michele Mette e Aronne Giorgetti.

  1. Coco Loco, Milano – nominato da Pasquale Palamaro

Motivazione: “Un’interessante riproposizione a Milano della cucina di pesce e crostacei di tradizione napoletana e partenopea. Materie prime e sapori leggeri e prepotenti”.

A proposito del ristorante nominato

Lo chef Diego Nuzzo offre un menù vario e creativo, che va dai crudi di pesce ai tagliolini con tartufo bianco, fino a piatti a base di carne come la pasta alla Genovese, vero must della cucina napoletana.

  1. Contaminazione Restaurant, Somma Vesuviana (Napoli) – nominato da Marco Sacco e Lino Scarallo

Motivazione Marco Sacco: “Yuki Mitsuishi e Giuseppe Molaro sono autori di una cucina che combina efficacemente tradizioni partenopee a suggestioni d’Oriente”.

Motivazione Lino Scarallo: “Giuseppe Molaro è uno chef talentuoso, la cui cucina prende spunto dalle esperienze fatte in giro per il mondo, e in particolare propone una fusione con la cultura gastronomica giapponese.”

A proposito del ristorante nominato

Giuseppe Molaro è giovane, classe 1986, eppure ha già divorato tanta strada. La ristorazione e la voglia di comunicarsi cucinando ce l’ha proprio dentro. Ha viaggiato moltissimo per inseguire la sua sete di sapere, di novità, di contaminazioni. Giuseppe sa mettere insieme con una creatività vitale, quasi compulsiva, e precisione di stile, la cultura giapponese e le radici vesuviane.

  1. Coxinendi, Sanluri (Sud Sardegna) – nominato da Claudio Melis

Motivazione: “Formatosi alla corte di grandi professionisti in Francia e dopo due anni passati presso il Ristorante Fradis Minoris di Pula, con Coxinendi Atzeni rinnova la cucina di Sardegna con tecnica, cuore e territorio. Un grande contributo alla crescita della gastronomia e una nuova cucina di Sardegna”.

A proposito del ristorante nominato

Davide Atzeni è un classe 1986 da San Gavino Monreale, paese nell’entroterra della Sardegna ed è da lui a Sanluri che si può assaggiare una cucina sarda dove la tradizione viene sapientemente riletta con gli occhi della modernità. Qui è possibile gustare piatti nella loro espressione più pura, mediati dal talento dello chef, ma senza troppe sovrastrutture.

  1. Cresci, Roma – nominato da Francesco Apreda

Motivazione: “Noi chef quando non lavoriamo cerchiamo posti tranquilli e divertenti dove stare in famiglia e sentirci coccolati come se fossimo a casa. Questo è Cresci: i due proprietari, lo chef Danilo Frisone e Saverio Crescente che si occupa dell’ospitalità sono persone squisite. Non manca una bella selezione di vini e magnifici cocktail dal banco del bar”.

A proposito del ristorante nominato

Cresci è il ristorante che porta la cucina di casa “fuori casa”. E non solo. Cresci è un piccolo forno con laboratorio a vista, una cucina che si allontana dai tecnicismi per tornare al gusto, la pizza in teglia da mangiare al tavolo, il lungo bancone cuore del Cocktail bar.

  1. Cucina Rambaldi, Villa Dora (Torino) – nominato da Davide Palluda e Karime Lopezi

Motivazione Davide Palluda: “Perché Giuseppe Rambaldi è un grande professionista allenato alla cucina d’autore, e che ora ha messo a disposizione tutto il suo talento e il suo sapere per una cucina casalinga chic”.

Motivazione Karime Lopez: “Come non segnalare uno stimato professionista come Giuseppe Rambaldi, che ti accoglie in casa sua con una cucina di tradizione e grandi materie prime”.

A proposito del ristorante nominato

Beppe “Rambo” Rambaldi ha aperto il suo ristorante a inizio 2019 in val Susa. La location è una bella sfida, in un territorio spesso dimenticato dai flussi turistici, in cui i commensali bisogna guadagnarseli uno a uno, con la giustezza dei piatti e del conto. La danza dei piatti segue una visione che prevede un giusto mix di tradizione e sperimentazione, di prodotti vicini e lontani, con una forte predilezione per quelli emiliani e piemontesi perché Beppe si è formato proprio nell’Emilia paterna.

  1. Cucina Nervi, Gattinara (Vercelli) – nominato da Davide Oldani

Motivazione: “Esperienze di livello dello chef per un approccio alla cucina intelligente, dalla selezione dei collaboratori a quella delle materie prime”.

A proposito del ristorante nominato

Un team di giovani che hanno lavorato in ristoranti di paesi diversi si incontra a Gattinara per una cucina del territorio rivisitata alla luce delle loro esperienze. Proposta gastronomica moderna che non dimentica le proprie origini, unendo i saperi trasmessi nel tempo alla freschezza delle tecniche provenienti da tutto il mondo.

  1. Da Lucio, Rimini – nominato da Chiara Pavan

Motivazione: “Brace e frollatura del pesce, Jacopo Ticchi esplora due tecniche tornate popolari, studiando molto e applicando un invidiabile istinto ai fornelli”.

A proposito del ristorante nominato:

Non ci hanno messo molto i due non ancora trentenni Enrico Gori (in sala) e Jacopo Ticchi (in cucina) a conquistare cuore e palato dei riminesi che amano mangiar bene, diventando l’insegna da consigliare a chi cerca qualcosa di speciale. Dall’ambiente, insomma, si potrebbe non capire subito che si tratta di un ristorante particolare, in cui si fa ricerca; soprattutto in cui il pesce, protagonista indiscusso, viene proposto in una chiave innovativa per il nostro paese, anche se in rapida diffusione.

  1. Da Sebastiani, Ortezzano (Fermo) – nominato da Carlo Cracco

Motivazione: “Mi piace in Carlo Sebastiani l’aver fatto gavetta e poi servizio come chef in diversi solidi locali italiani cercando la sostanza e non i lustrini di esperienze fini a sé stesse.Il suo posto nell’entroterra marchigiano è una delle tantissime insegne che rendono varia e golosa l’Italia”.

A proposito del ristorante nominato

Delizioso e rassicurante, le proposte sono molto italiane, colorate e accattivanti, figlie di buona padronanza del calore e della gestualità, senza voli pindarici tipici di chi pensa solo a stupire.

  1. Dalla Gioconda, Gabicce Monte (Pesaro Urbino) – nominato da Massimo Bottura, Matteo Metullio e Alberto Faccani

Motivazione Massimo Bottura: “Davide Di Fabio maneggia i fondamentali come pochi e tutto lo staff è proiettato nella definizione del ristorante del futuro, in termini di etica e sostenibilità”.

Motivazione Matteo Metullio: “Dopo un lungo apprendistato all’Osteria Francescana, Davide Di Fabio dimostra di saper padroneggiare e ravvivare i principi della cucina classica applicandoli alle materie prime di un territorio che incrocia suggestioni di terra e mare a importanti istanze sostenibili”.

Motivazione Alberto Faccani: “Una nuova realtà, un grande investimento nella riviera adriatica guidata da un gruppo di giovani imprenditori, e uno chef come Davide farà parlare di sé nei prossimi anni, vista la sua attitudine e professionalità”.

A proposito del ristorante nominato

Davide Di Fabio, 36 anni, 16 dei quali spesi come cuoco all’Osteria Francescana. Nel giugno del 2021 ha realizzato il suo sogno: ha aperto in un ex dancing un ristorante con due scenografiche terrazze, con vista struggente sul porto che divide Gabicce Mare da Cattolica. Un luogo di una bellezza rara ma anche easygoing. La linea del debutto è quasi tutta di pesce. Il menu mostra una maestria impareggiabile sulla definizione delle salse, una certa levità e una precisione chirurgica sulle cotture.

  1. DLR DopoLavoroRicreativo, Frascati (Roma) – nominato da Antonio Ziantoni

Motivazione: “Jacopo Ricci è un bravissimo cuoco che si è voluto mettere in gioco nel suo territorio, aprendo una trattoria contemporanea che mette al centro la materia prima, e riuscendo a creare una rete di piccoli produttori del luogo e pescatori di lago”.

A proposito del ristorante nominato

Il ristorante offre una cucina ricca di particolari, innovativa, con gli ingredienti classici propri della tradizione usati con estro e fantasia.

  1. Felix Lo Basso Restaurant & Home, Milano – nominato da Maurizio e Sandro Serva e Vitantonio Lombardo

Motivazione Maurizio e Sandro Serva: “La nuova iniziativa, originale e coraggiosa, di un collega che stimiamo e che sa cosa vuol dire fare ristorazione d’autore”.

Motivazione Vitantonio Lombardo: “Non posso che candidare il mio amico Felix. Il suo nuovo locale propone il talento di un professionista vero in una casa, col concetto fantastico di unire tutti a una stessa tavola condividendo una grande passione”.

A proposito del ristorante nominato

Era da parecchio che Felix Lo Basso sognava un bancone, pochi clienti, il rapporto diretto con loro, una cucina basata sul mercato, è ciò che ha creato in via Goldoni 36, nei locali che ospitavano un vecchio panificio dove ora si respira un’atmosfera rilassata con lo chef che può sfoderare tutta la propria verve. Lo stile in cucina è il suo: un Mediterraneo eccellente, che coccola gli italiani e stupisce gli stranieri.

  1. Fratelli Torcinelli, Milano – nominato da Alessandro Negrini e Fabio Pisani

Motivazione: “Rappresenta a pieno la nostra idea di street food di qualità in chiave pugliese. C’è tutta l’attenzione alle materie prime di qualità lavorate con grande maestria”.

A proposito del ristorante nominato

Le specialità della Valle d’Itria a Milano: bombette, salsiccia e torcinelli

  1. Gennaro Amitrano Ristorante, Marina Piccola, Capri (Napoli) – nominato da Ernesto Iaccarino

Motivazione: “Giovane chef che ha fatto esperienze importanti in maison di prestigio e che incarna al meglio la cucina mediterranea”.

A proposito del ristorante nominato

Innovazione e tradizione in un legame perfetto: il tocco personale di Amitrano, la qualità delle materie prime e la straordinaria capacità lavorarle trasformano un piatto apparentemente semplice in una vera e propria esperienza di gusto, sofisticata ed elegante.

  1. Hazama, Milano – nominato da Takeshi Iwai

Motivazione: “Dello chef Satoshi Hazama, aperto nel 2020 in via Savona. Satoshi San è un amico e uno chef di talento. Nel suo ristorante mi sento come a casa, la sua è un’interpretazione delicata e raffinata della cucina tradizionale kaiseki”.

A proposito del ristorante nominato

Da Hazama oggi va in onda una promettente cucina kaiseki, il rituale estetico/gustativo più solenne e cerimonioso della tradizione giapponese. Il locale, spoglio e piuttosto scuro, 22 coperti in 2 sale, cerca di imbastire un menu di partitura giapponese (nella tecnica e nei condimenti) e note italiane (le materie prime).

  1. Hosteria Toblino, Madruzzo (Trento) – nominato da Peter Brunel

Motivazione: “Lo chef Sebastien Sartorelli, già con Alfredo Chiocchetti allo Scrigno del Duomo di Trento, è entrato in carica nel 2019 e sta cambiando volto a questo luogo del mangiar bene, trasformandolo poco a poco in un indirizzo gourmet”.

A proposito del ristorante nominato:

Piatti inequivocabilmente gourmet, che raccontano i suoi viaggi e gli anni di ricerca,tutti accomunati dalla filosofia di sperimentazione e rispetto delle materie prime propria dello Chef Peter Brunel.

  1. Hyle, San Giovanni in Fiore (Cosenza) – nominato da Caterina Ceraudo

Motivazione: “Il nuovo progetto di Antonio Biafora: un luogo elegante e ricercato. All’ingresso una sala camino, che sarà il primo posto d’incontro con la cucina di Antonio perchè qui viene servito l’aperitivo. Successivamente ci si addentra in una sala pulita e classica, solo 16 posti a sedere, un posto unico dove gli ospiti possono dialogare con la sala così come con la cucina senza barriere di fronte ai tavoli. Nei piatti di Antonio parla la materia prima calabrese e, in modo particolare, della Sila. La sua è una cucina di ricerca, di passione, di studio e di costanza, una cucina dinamica, mai statica, divertente alla vista e al palato. Una chicca è la splendida cantina al piano inferiore dove si possono trovare vini territoriali e non”.

A proposito del ristorante nominato

il nuovo ristorante di Antonio Biafora trasporta in uno spazio dal sapore nordico, lineare, pulito, riscaldato da tanto legno e da uno scenografico camino sospeso. La sua cucina rappresenta una partitura che fra prodotti e preparazioni suona una Calabria, quella del suo interno e delle sue montagne, gastronomicamente forse meno conosciuta, che restituisce intera la profondità e la potenza di un territorio straordinario e la maturità della mano che lo lavora.

  1. I Tenerumi del Therasia Resort, Vulcano (Messina) – nominato da Isabella Potì e Proietti Refrigeri

Motivazione Isabella Potì: “Che dire di Davide Guidara? Bastano tre parole: ricerca, ambizione, coraggio”.

Motivazione Proietti Refrigeri: “Grande tecnica, un percorso originale nella cucina vegetariana ma il gusto è sempre al centro del piatto, proprio come piace a me”.

A proposito del ristorante nominato

Davide Guidara, classe 1994, qui proporre un menù vegetale. A lui è affidata una cucina di altissimo livello costituita di pura essenzialità, di territorio riletto in modo ammirevole, con un taglio che si potrebbe raccontare come un mix dell’arte culinaria di Romito, Crippa, Klugmann e Gorini, con un po’ di Nord e molto Sud, quindi, in definitiva, assolutamente personale.

  1. Il Bikini, Vico Equense (Napoli) – nominato da Alfonso Caputo

Motivazione: “Per la genuinità della materia prima che conserva la tradizione con eleganza, per l’atmosfera immutabile nel tempo”.

A proposito del ristorante nominato

Contraddistinto dalla panoramica terrazza sul mare, accoglie l’ospite in uno scenario unico. A pranzo sii caratterizza per un menù di tradizione, con piatti classici di mare, mentre per la sera propone un servizio fine dining con proposte gourmet.

  1. Il Fenicottero Rosa, Faenza (Ravenna) – nominato da Gianluca Gorini

Motivazione: “Un nuovo e ambizioso Ristorante a Faenza, in Romagna, che conferma il grande fermento gastronomico che si sta sviluppando su tutta la regione”.

A proposito del ristorante nominato

Approccio delicato alla tradizione e all’innovazione che permetterà di sperimentare i sapori ancestrali della cucina dell’Adriatico, con una vista scenografica inusuale.

  1. Irina Trattoria, Savigno (Bologna) – nominato da Christian Milone

Motivazione: “Sono stato a mangiare da lei e credo che sia un progetto che meriti di essere valorizzato, in un posto molto bello, non così conosciuto, che porta in tavola il lavoro degli artigiani del territorio. È un piccolo bacino di tesori perché porta avanti la tradizione italiana rinnovandola con rispetto”.

A proposito del ristorante nominato

Irina: una protagonista, un ristorante, una donna sola al comando in cucina. Due grandi maestri (Massimo Bottura e Niko Romito), un grande territorio gastronomico, l’Emilia Romagna. Queste le basi di costruzione del pensiero e del cucchiaio di Irina Steccanella, a Savigno. Grande tradizione in un piccolo ristorante che può sembrare di paese, ma che starebbe meravigliosamente in ogni grande città europea.

  1. Itaj Un Ristorantino, Porto Sant’Elpidio (Fermo) – nominato da Philippe Léveillé

fonte theoria PR