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Il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma presenta la mostra Particolare/Universale di Giorgio Bevignani nell’ambito del progetto Mondi-Sette | dal 18 maggio 2022, Roma

NATALE E CAPODANNO GOURMET: LE PROPOSTE DI AFF PER FESTEGGIARE

“MONDI” è un progetto appositamente ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un’Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perché il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l’arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l’arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l’arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “MONDI” (2020-2021-2022) si porgono dodici mostre personali di dodici artisti contemporanei, taluni di chiara fama. Questa mostra dal titolo “Particolare / Universale” è la settima del percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma nomi dell’arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio. L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte Contemporanea di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “Particolare / Universale”, riunisce una serie di opere dell’artista Giorgio Bevignani, già apparso agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, e ricordato come chiaro e significante interprete.

Scrive Carlo Franza nel testo: “Sono ormai vent’anni che l’artista Giorgio Bevignani (Città di Castello 1955) movimenta grandi mostre in giro per il mondo, per ciò l’avevo definito instancabile viaggiatore, e scrivevo: “pronto a cogliere le spinte e le sollecitazioni che gli arrivano dai contesti più diversi. E’ così che orchestra il suo fare arte, nell’operare e costruire ambienti, attraverso nuovi linguaggi così come espresso dalle neoavanguardie”. Erano accensioni architettoniche e scenografiche volanti in spazi per inventare nuove soluzioni espositive in cui si infiltrava una nuova creatività diffusa. Esperienze artistiche vissute su una concezione dell’arte profondamente segnata dall’idea di site specificity. Da allora, oltre alla ricerca ossessiva di materiali, fino alle diverse paste, al silicone, a polvere di marmi e pigmenti e altro ancora, l’intensità distillata di questa materia-luce traccia e rintraccia quei fondali-teleri che si fanno campo sensibile che origina, ad ogni opera, unità pulsanti di energia. Ebbene, diciamolo, Giorgio Bevignani vive oggi la cornice più suggestiva e illuminata del suo movimentare l’avanguardia, comprese certe dinamiche di creazione e lettura dell’arte, e soprattutto la sua fertile ricerca si è ormai avviata completamente verso una estetica minimalista, dove “particolare e universale” evidenziano una geometria imperfetta con un uso sapiente di luce e una gestualità asciutta, producendo riflessioni significative sulla “pittura fondamentale”. Questi spunti più riusciti aprono a nuovi orizzonti, dopo essersi permeati di ascetismo, di vibrazioni filosofiche che toccano il mondo nel profondo dello spazio e del tempo, caratterizzando l’esplorazione di varie possibilità cromatiche. In questo percorso minimalista Bevignani vive l’esigenza di concretare una dimensione infinita nella forma finita dell’opera; ritrae il tempo, la luce, lo spazio, sicché assistiamo al declinarsi di un pensiero intuitivo che genera continuamente nuovi spazi, è il colore stesso a costituire la metamorfosi delle tracce, in una sorta di scrittura fluente dell’energia universale, tra echi spaziali e intrecci timbrici, traducendo il pulsare della vita che si propaga come un respiro. Plasticità, discontinuità, disseminazione, sono coordinate poetiche ed operative che occasionano questa nuova pittura minimalista, dove il corpo cromatico è in espansione spaziale-pulsante, possibile permutazione, e si mostra in un palpitare di opposti, bianco/nero, luce/tenebre, particolare/universale, vita/morte, attimo/eternità, quiete/movimento, pieno/vuoto, lucido/opaco, liscio/ruvido, naturale e artificiale, ordine/disordine, limitato/infinito. Il linguaggio di queste opere movimenta un universo nuovo perché l’arte è soprattutto filosofia, e Giorgio Bevignani movimenta energie sensibili alla vita. Esse documentano calma e inquietudine, ordine e caos, fatalità e azzardo, rimbalzano tra particolare e universale, riassumono le forze della vita e quelle della morte. Si pensi che Yves Klein nel 1961 dichiarò: “Dove si trova il vuoto si trova il fuoco”. Le opere di questo capitolo novello, sono intessute in un gioco di paste e di colori, e appaiono liberate dalla gravità, in un volo nell’immensità cosmica la cui progressione va verso un massimo irraggiamento di toni pulviscolari, ed anche di inclinazioni, concentrazioni, forme; giallo, rosso, blu, violetto, oro-bronzo, la lucentezza di ogni colore è un pensiero colorato nel suo nascere e nel suo svanire perché colorata è l’energia che la genera. Le sue opere si dilatano in un andirivieni tra il particolare e l’universale, un territorio dove la superficie monocroma nella sua concretezza e fisicità, pulsa in un’espansione possibile e luminosa; originando germinazioni pittoriche percorse da fessurazioni e intermittenze, bagliori e vibrazioni. Giorgio Bevignani declina la propria poetica come traccia di conoscenza e misurazione dell’universo nel suo svolgersi, specie quando la monocromia lascia il passo a delle trame lievemente percettibili. Non è solo certo, si apparenta ad altri nomi internazionali che del minimalismo ne hanno evidenziato la pura esistenza e l’atto di dipingere, penso a Robert Ryman soprattutto, e ancora Carl Andre, Donald Judd, Yves Klein e Piero Manzoni; Bevignani ci accompagna con le sue opere sulla soglia della luce, ci porta a compiere un viaggio orfico, ad entrare nella densità notturna del mondo, del grembo delle cose, a percepire il silenzio del mondo e riportarlo alla luce, per leggere finalmente la preziosità delle cose del mondo della vita.

Biografia dell’artista.

Giorgio Bevignani nasce a Città di Castello nel 1955, vive e lavora a Castel San Pietro Terme, Bologna (Italia). Diplomato Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte San Bernardino di Betto di Perugia nel 1979. Diploma di maturità in Arte applicata (scultura) all’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena nel 1981. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1984 al 1986, e l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) dal 1986 al 1988. Membro della Royal British Society of Sculptors dal 2014. Dal 1990 al 1993 ha vissuto e lavorato a New York, dove ha esposto per la galleria 39 Mercer Street, ed è stato notato dal celebre gallerista Leo Castelli. Nel 1995 ha trascorso un periodo in Colombia realizzando la personale “Pinturas”, a cura di Marta Elena Cardinal Arango presso la galleria Diners di Santafé. Nel 1999 è stato selezionato dall’emittente televisiva WDR e dall’Istituto di Cultura Italiana di Colonia per rappresentare l’Italia nella mostra collettiva “Coincidences”, presso l’Ignis Kulturzentrum. Tra le mostre personali più recenti vanno ricordate: “Peter Pan e l’Orizzonte dei Rossi” presso Fabbrica (FC) nel 2009, “Granada” sempre nel 2009 a Bogota in Colombia, “BIO-Abisso” durante la Human Rights nights presso la Cineteca di Bologna nel 2010; “Europa” presso la Galleria Restarte & Contemporary Concept durante Artefiera off Bologna, 2012, e infine “La compagnia evanescente” Casa dell’architettura, Roma, 2013. Tra le collettive: “A certain Form of Heaven / Male” a cura di Isabella Falbo, 2007, galleria Artsinergy, Bologna; e “Premio Città di Novara” 2008, in occasione del quale Giovanni Cordero gli conferisce il premio per l’opera. E ancora ricordiamo “Direzione alterità” presso il Teatro India a Roma, 2011; dello stesso anno “Peace Island” all’Istituto Superiore Antincendi a Roma e “BO- Hème” presso la Galleria H2O a Bologna, 2012. L’opera recente “Jordan’s Red Water” è in questo momento esposta al BAG, Bocconi Art Gallery, Milano. Le sue opere si trovano in collezioni private a MOA 美術館 – Museum of Art di Atami in Giappone, Miami, Milano, Francoforte, Siena, Bologna, Roma, Reggio Emilia, Brescia, Ancona, Cesena, Modena, Imperia, Bogotà, Nizza, Basilea, Strasburgo, Bruxelles, San Paolo, Helsingborg, Città di Castello.

Biografia del curatore

Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente Ordinario di Giulio Carlo Argan all’Università La Sapienza di Roma. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nell’Università della Slesia e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, ecc.). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano – Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E’ Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l’Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell’arte”, divenendone una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d’Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN