L’INTERVISTA a Valerio Mancini
D. Chi è innanzitutto VALERIO MANCINI?
R. Valerio Mancini direttore del centro di Ricerca della Rome Business nonché docente della stessa scuola.
Docente del Master in Corporate communication, marketing and management.
Docente anche in altre università su Roma, Firenze e Milano.
Un passato nelle Nazioni Unite e nell’OCSE.
Professore e formatore competente del settore internazionale.
Un settore quello dell’insegnamento che richiede molta resilienza , molta dedizione e molta pazienza.
Un lavoro dal quale non si stacca mai.
“Un lavoro che mi prende tanto ma che mi dà altrettanto tanto”.
D. A PROPOSITO DELL’OCCUPABILITA’ DEL FUTURO
R. Dati che provengono dal WORLD ECONOMIC FORUM ci dicono che le BUSINESS SCHOOL post laurea sono molto influenti. Il 50 % dei datori di lavoro è attento alle “soft skills” , quelle competenze sempre più importanti.
L’accademia deve seguire quello che è il futuro del lavoro, come ad esempio, l’innovazione tecnologica.
La formazione deve basarsi sulle competenze più importanti : l’innovazione, le strategie di apprendimento, il problem solving, il pensiero analitico, il pensiero critico, la creatività, la leadership, tecnologie, monitoraggio e controllo, progettazione e programmazione, la resilienza, la flessibilità e il ragionamento.
D. FORMAZIONE PROFESSIONALIZZANTE QUELLA POST UNIVERSITA’?
R. Dovrebbe essere “professionalizzante” già l’Università, quindi a tal proposito una riforma imminente servirebbe. Tra l’accademia e il mondo del business c’è un gap pazzesco, qui nel mezzo “si insediano” le BUSINESS SCHOOL, la formazione post laurea.
D. La ricerca vede L’ITALIA PRIMA IN EUROPA PER MAGGIORE INCREMENTO NELLE PROPRIE PERFORMANCE NELL’ECONOMIA CIRCOLARE. Cos’è esattamente L’ECONOMIA CIRCOLARE?
R. L’economia circolare riguarda tutto ciò che è riutilizzabile.
Il Covid-19 prima, la guerra poi, ci hanno dimostrato che abbiamo “poche” materie prime, petrolio, beni di base, beni alimentari e così via.
Un modello di produzione e consumo, potremmo definire così l ‘economia circolare, che implica la condivisione, il riciclo, il ricondizionamento, il “riparato”, di tutti i prodotti esistenti, nel tempo più lungo possibile.
La ricchezza che può nascere da tutto questo, ci può riportare a sopperire alla mancanza europea di materie prime.
Con la globalizzazione siamo abituati a produrre costantemente e questo va contro L’economia circolare. Quindi bisogna cercare di investire nell’economia circolare.
D. QUAL’E’ L’APPROCCIO DEL PNRR ALL’ECONOMIA CIRCOLARE?
R. Nel PNRR è fondamentale il concetto di economia circolare.
Un finanziamento importante per quest’opportunità dell’economia circolare, sia a livello tecnologico che di sostenibilità e tracciabilità.
Grazie al PNRR sappiamo che il finanziamento può essere in grado di attuare bene questo tipo di economia, aumentandone le chiavi del successo ( qualche esempio : legame solido tra consumatori e fornitori, ruolo delle risorse umane e lo sviluppo ecologico e bio economia ).
D. SOLAMENTE l’8,83% delle PICCOLE MEDIE IMPRESE, CONOSCE E DA VALORE ALL’ECONOMIA CIROLARE, un dato svantaggiante per l’Italia nei confronti del resto d’Europa. ( fonte : http://www.gglam.it/2022/09/14/ricerca-rome-business-school-litalia-prima-in-europa-per-maggior-incremento-nelle-proprie-performance-in-economia-circolare-nel-mondo-i-servizi-esg-toccheranno-100-trilioni-nel-2025)
R. Il problema dell’Italia è che abbiamo una grande produttività dalle pmi, l’ossatura dell’economia italiana. Le nostre PMI hanno un grande potenziale ma sono molto fragili. Un potenziale accordo del 2024 darà valore alla “sostenibilità” dei processi di rendicontazione per le PMI, sarà così fondamentale. A tal proposito il PNRR è fondamentale sia finanziariamente che come “formazione- accompagnamento”.
Per quanto riguarda la formazione : gli studenti devono concentrarsi sulle “professioni del futuro”.
Il formatore deve insegnare le professioni del futuro.
Grazie al prof. Valerio Mancini e all’ufficio stampa della Rome Business School