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Antiche Leggende e Visioni distopiche. Il Padiglione Kazakhstan a La Biennale di Venezia

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Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon

Padiglione nazionale della Repubblica del Kazakistan

60th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia

A cura di Danagul Tolepbay con la collaborazione di Anvar Musrepov,

Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon,” ospitata presso il Padiglione della Repubblica del Kazakistan nello storico edificio del Museo Navale e curata da Danagul Tolepbay in collaborazione con Anvar Musrepov, offre una moderna interpretazione delle antiche leggende kazake.

Il concetto si allinea con il tema principale della Biennale Arte 2024 “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, curato da Adriano Pedrosa, focalizzandosi sul concetto dell’ “Altro” e delle diverse narrazioni culturali.

Il progetto espositivo immagina un futuro in cui entità umane e non umane si fondono in un paesaggio utopico. In mezzo alle turbolenze geopolitiche e alle migrazioni di massa, la mostra invita i visitatori a esplorare mondi immaginari, viaggi spaziali e rituali futuristici, con l’intersezione di topologia e algoritmi. Presentando opere che spaziano dal futurismo decoloniale al cosmismo, celebra la ricca eredità culturale del Kazakistan e ridefinisce l’utopia attraverso la tradizione e l’innovazione, liberandosi dalla censura sovietica.

Al centro di questa esposizione si trova l’antica leggenda kazaka di Jerūiyq, una terra promessa mantenuta viva attraverso la tradizione orale. Questo luogo mitico rappresenta una ricerca di conoscenza e aspirazione, un tema che emerge chiaramente nelle opere degli artisti. I racconti di Asan Kaigy, un filosofo della steppa del XV secolo, narrano i suoi tentativi di condurre i nomadi verso terre utopiche libere da malattie e fame. La parola “kaigy,” che in kazako si traduce in “tristezza,” riflette la profondità emotiva di questa ricerca, risuonando nelle melodie malinconiche del kobyz e nei numerosi sforzi per realizzare utopie nelle steppe kazake.

La mostra traccia lo sviluppo dell’immaginario utopico nell’arte kazaka dagli anni ’70 fino ad oggi. Opere chiave includono:

“Earth and Time. Kazakhstan” di Kamil Mullashev, che immagina il Kazakistan come un’utopia cosmica.

“Baikonur-2” di Sergey Maslov, che rappresenta l’arte contemporanea kazaka dei primi anni.

“Presence” dei The2vvo (Eldar Tagi e Lena Pozdnyakova), un’installazione audio generativa multi-canale creata con intelligenza artificiale, esplorando relazioni non lineari con il tempo e la natura.

Una Varietà di Espressioni Artistiche

La mostra presenta una ricca collezione di opere in cui droni e robot si intrecciano con spiriti e rituali sacri in “Alastau” di Anvar Musrepov. La cultura nomade trova espressione in stazioni cosmiche in “Mobile Block” di Saken Narynov, e pitture monumentali visionarie aprono portali a nuovi regni in “New Child. Rebirth” di Yerbolat Tolepbay.

Artisti in mostra:

Kamil Mullashev, Yerbolat Tolepbay, Saken Narynov (1946-2023) Sergey Maslov (1952-2002), The2vvo, composto da Eldar Tagi e Lena Pozdnyakova Anvar Musrepov. 

Sito web: kazakhstanpavilion2024.kz

Cristina GATTI PRESS & P.R.