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Secondo la ricerca, il 46% degli italiani non usa l’AI

All’ADI Design Museum di Milano, Gianni Sassi

Secondo la ricerca, il 46% degli italiani non usa l’AI

Quasi un terzo degli utenti italiani teme che la tecnologia AI si stia sviluppando troppo rapidamente, mentre un quarto non è disposto a condividere informazioni sensibili con i chatbot: lo rivela una nuova ricerca di NordVPN.

La maggior parte delle persone si sta ancora adattando all’intelligenza artificiale, una tecnologia che fino a poco tempo fa sembrava più appartenere alla fantascienza che alla realtà. Il confine tra questi due mondi resta sottile, e in Italia emerge una tendenza preoccupante: molti confondono i contenuti generati dall’AI con quelli reali.

La stragrande maggioranza degli utenti italiani (88%) non crede di essere in grado di saper riconoscere le immagini generate dall’AI, sebbene il 14% dichiari di averne create personalmente utilizzando un chatbot. 

“La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è ormai una realtà e la sua rapida diffusione sta trasformando il nostro modo di vivere e lavorare. Tuttavia, sebbene i chatbot AI siano strumenti preziosi, è fondamentale prestare attenzione alla privacy e alla sicurezza durante il loro utilizzo, per non diventare un facile bersaglio per i cybercriminali,” ha detto Marijus Briedis, CTO di NordVPN.

Gli italiani frustrati dai chatbot AI

In Italia, l’uso dei chatbot AI è ancora limitato, con solo il 9% degli utenti che li utilizza quotidianamente. Le persone sembrano preferire l’assistenza umana e il 16% degli intervistati dichiara di sentirsi infastidito quando le aziende si affidano ai chatbot per il servizio clienti. Questo sentimento è particolarmente diffuso tra la persone appartenenti alla Generazione X (44-59 anni). 

Quasi un terzo (28%) degli utenti teme che l’intelligenza artificiale stia evolvendo troppo rapidamente, con i Baby Boomers (tra i 60 e i 78 anni) che manifestano la preoccupazione più grande, raggiungendo il 34%. Questi timori, insieme alle attuali limitazioni dei chatbot AI, contribuiscono a una loro adozione ancora lenta nella vita quotidiana.

Sebbene solo l’11% degli intervistati esprima preoccupazione per il fatto che l’AI li sostituirà nel lavoro, i più preoccupati sono gli appartenenti alla Generazione Z (18-27 anni). 

“L’intelligenza artificiale sta ridisegnando molti ambienti di lavoro, e le ricerche rivelano che i più giovani e chi ha un livello di istruzione superiore si adattano più rapidamente all’AI, vedendola spesso come uno strumento utile nel loro lavoro. Tuttavia, la priorità assoluta rimane la cybersecurity. Non si tratta più solo di proteggere gli spazi digitali tradizionali, ma di salvaguardare un futuro in cui l’AI permea ogni aspetto del nostro lavoro. Questo richiede misure di sicurezza in continua evoluzione, politiche aggiornate e programmi di formazione che preparino i lavoratori e le lavoratrici ad affrontare un ambiente digitale in rapido cambiamento” ha detto Briedis.  

I Millennial sono i meno interessati ad apprendere l’uso dell’AI

Il 27% degli italiani sta cercando di approfondire le proprie conoscenze sull’AI per adattarsi meglio al futuro tecnologico. In particolare, circa il 30% della Generazione Z e della Generazione X mostra un forte interesse. Questi dati sfidano gli stereotipi comuni, dimostrando che sia le generazioni più giovani che quelle più anziane sono ugualmente impegnate nell’apprendimento dell’AI. Quest’ultime non sono affatto indifferenti ai progressi tecnologici, considerando che nello specifico i Baby Boomers sono indietro di solo un punto percentuale.

Tuttavia, i Millennial (persone di età compresa tra i 28 e i 43 anni) mostrano un interesse inferiore rispetto alle altre coorti anagrafiche, suggerendo un potenziale divario nell’adozione e nella comprensione dell’AI all’interno di questa fascia demografica.

Solo un decimo degli intervistati utilizza regolarmente i chatbot di intelligenza artificiale nel tempo libero, ad esempio per generare immagini, mentre solo l’8% li impiega per motivi professionali e il 7% li usa come strumento di supporto a scuola o all’università.

I consigli dell’esperto su come sentirsi più sicuri quando si utilizzano i chatbot AI

Un quarto degli intervistati evita di condividere dati sensibili con l’AI a causa della mancanza di fiducia, contribuendo al fatto che solo il 3% degli italiani ha subito una truffa legata all’intelligenza artificiale. I gruppi più scettici, che esprimono una marcata sfiducia nei confronti dell’AI, sono i Baby Boomers e le persone attualmente disoccupate.

Questo dimostra che gli italiani sono particolarmente cauti riguardo alle truffe legate all’AI. Per promuovere comportamenti più sicuri, Marijus Briedis condivide alcuni utili consigli:

  • Evita di condividere dettagli sensibili come nome e cognome, indirizzo, informazioni finanziarie o altri dati personali, a meno che non sia assolutamente necessario.
  • Prima di utilizzare un chatbot, leggi attentamente l’informativa sulla privacy del fornitore di servizi per comprendere come i tuoi dati vengono raccolti, archiviati e utilizzati.
  • Se possibile, considera l’utilizzo di pseudonimi, indirizzi email temporanei o reti private virtuali (VPN) per nascondere la tua vera identità e la tua posizione.
  • Non condividere informazioni personali in ambienti pubblici o non protetti, come le reti Wi-Fi aperte, perché le tue conversazioni potrebbero essere intercettate o ascoltate.
  • Assicurati che i dispositivi e le app che utilizzi per accedere ai chatbot AI siano sempre aggiornati con le ultime patch di sicurezza, per ridurre al minimo le vulnerabilità.
  • Se ti imbatti in una qualsiasi attività sospetta o non autorizzata relativa ai tuoi dati personali durante o dopo l’utilizzo di un chatbot AI, segnalala immediatamente al fornitore del servizio e alle autorità competenti.

Methodologia: Questa ricerca è stata commissionata da NordVPN e condotta da Cint tra il 18 e il 28 novembre 2024. Sono stati intervistati 4.000 persone provenienti da Germania, Giappone, Italia e Brasile, di età compresa tra i 18 e i 74 anni. I ricercatori hanno adottato un metodo di campionamento basato su quote, tenendo conto di sesso, età e luogo di residenza, per garantire un campione rappresentativo a livello nazionale degli utenti di internet.

SU NORDVPN

NordVPN è uno dei provider di servizi VPN più avanzati al mondo, utilizzato da milioni di utenti internet a livello globale. Offre funzionalità di alto livello come IP dedicato, server Double VPN e Onion Over VPN per garantire la massima sicurezza e privacy, senza alcun tracciamento. Una delle caratteristiche distintive del prodotto è Threat Protection Pro™, uno strumento che blocca siti web pericolosi, tracker e annunci, e analizza i download alla ricerca di malware. L’ultimo servizio lanciato dal team di Nord Security è Saily, una nuova eSIM internazionale. NordVPN è semplice da utilizzare, offre uno dei prezzi più competitivi sul mercato e dispone di oltre 6.400 server distribuiti in 111 Paesi. Per maggiori informazioni: https://nordvpn.com

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