We.Do Holding riorganizza la struttura interna e raggruppa i propri marchi in tre aree strategiche d’affari
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We.Do Holding, gruppo veneto attivo nel settore dell’arredo design d’alta gamma, dell’interior design e del contract, riorganizza le business unit, semplificando la propria struttura, per perseguire obiettivi di integrazione, efficienza interna e sinergia di mercato, in una prospettiva puramente industriale. Si tratta del presupposto all’aggiornamento del piano industriale 2025-28 in corso di elaborazione per il raggiungimento anticipato degli obiettivi economici e finanziari già previsti nel precedente piano 2022-2025.
La riorganizzazione societaria
We.Do Holding propone al mercato un progetto di design integrato, che contempli contemporaneamente la realizzazione degli immobili, i loro arredi, le tecnologie e i servizi ad essi funzionali, comprese la produzione e la fornitura dell’energia elettrica, che viene ricompresa nell’offerta commerciale del Gruppo. Ciò in stretta collaborazione con l’attuale organizzazione di vendita. Per questi fini è stata avviata una nuova configurazione del gruppo, che porta le società da 12 a 5:
– We.Do Holding (capogruppo), holding gestoria e operativa;
– We Do Home (Casa), a cui fanno capo i marchi di cucine, living, imbottiti e illuminazione, ovvero Arrital, Copatlife, Altamarea, Busnelli, Diva Divani, Rotaliana e Doimo Cucine;
– We Do Spaces (Office & Healthcare), che integra i marchi DVO e Sitland;
– We Do Life (Design to build e Interior design), che svolge attività di general contractor per la costruzione o ristrutturazione degli edifici, l’interior design, la fornitura dei servizi e delle utenze, compresa la produzione di energia elettrica tramite la divisione We Do Energy and Technology;
– Frezza, con il marchio Emmegi, che, pur mantenendo la propria identità societaria, contribuisce ad integrare l’offerta del gruppo nel mondo office.
We Do Spaces e Frezza hanno generato nel 2024 un fatturato complessivo di 83 milioni di euro, consentendo a We.Do Holding di divenire uno dei primi, se non il principale player italiano del settore.
Tutti i brand manterranno la propria forza e la propria autonomia, ma aumenteranno il loro valore sul mercato, grazie a proposte commerciali e soluzioni organizzative congiunte tra i marchi e allo sviluppo dei prodotti attuali e di quelli oggi non presenti tra i segmenti d’offerta.
«La riorganizzazione sinergica e razionale delle business unit – spiega il presidente di We.Do Holding Andrea Olivi – contribuirà ad ottimizzare la catena del valore, la fornitura, la gestione delle risorse umane, l’offerta complementare di prodotto. La condivisione delle risorse aumenterà le potenzialità, libererà energie, ridurrà i costi, migliorerà l’efficienza e la produttività, favorendo la creatività grazie alla contaminazione di idee e metodologie diverse. Vogliamo diventare un punto di riferimento per un business che integri design to build, architettura d’interni, arredi, servizi di gestione e utility».
Il 2024 si è chiuso con una lieve diminuzione dei ricavi (-3% rispetto al 2023), ma con un aumento del 25% dell’utile netto
Il gruppo ha chiuso il 2024 con 274,7 milioni di euro di fatturato (-3% rispetto ai 283 del 2023) e un Ebitda di oltre 30 milioni corrispondente all’11% sui ricavi, un utile netto di 15,5 milioni (in crescita rispetto al 2023 quand’era di 12,7, +25%) e una posizione finanziaria netta in calo di 54 milioni (65 milioni nel 2023). Il patrimonio netto sale da 70,1 milioni del 2023 a 82,6 nel 2024.
I dati vengono aggiornati avendo come riferimento i ricavi e non il valore della produzione o addirittura l’aggregato di gruppo, come invece spesso accade per i dati economico-finanziari rappresentati al mercato e agli stakeholders dagli operatori del settore.
We.Do Holding ha chiuso l’esercizio 2024 consolidando la crescita registrata negli anni precedenti e ponendo particolare attenzione all’integrazione orizzontale delle aziende. Ha privilegiato l’attività maggiormente redditizia per assicurare anche in futuro una crescita progressiva con un maggior valore aggiunto: sviluppare e vendere conoscenze, servizi e tecnologie innovative insieme ai prodotti che li incorporano.
È stato rinviato al 2025 il completamento (e la relativa fatturazione) di commesse in corso per 55 milioni di euro. Si è trattato di una pianificazione che ha consentito di razionalizzare la produzione e gestire i picchi produttivi, al fine di assicurare una maggiore efficienza e redditività, nell’ambito della modifica della struttura organizzativa sopra indicata, collegata all’integrazione di Gruppo.
Il nuovo piano industriale 2025-28, su cui We.Do Holding è al lavoro, investirà sull’internazionalizzazione, specie negli Stati Uniti, sul potenziamento delle risorse umane, sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale sia in ambiti produttivi che commerciali. Verrà dato seguito al programma Supply Echosystem, l’innovativo contratto di rete presentato ai fornitori lo scorso giugno, per una filiera più sostenibile. Grazie alla riorganizzazione interna potranno, inoltre, essere proposti sul mercato nuovi servizi a corredo dei prodotti tradizionali. Infine, potranno essere implementate le attività che permetteranno di rendere conformi le aziende del gruppo – per organizzazione processi e materiali – ai nuovi regolamenti europei in tema di ecodesign.
We.Do Holding
Gruppo internazionale dell’arredo d’alta gamma, dell’interior design e del contract, We.Do Holding propone al mercato un nuovo modello dell’abitare, partendo dalla funzionalità e dalla gestione dell’involucro abitativo nella sua totalità, dall’arredo ai servizi alle utenze, sia che si tratti di una casa, un ufficio o uno spazio condiviso. Detiene e gestisce le partecipazioni societarie dei quattro fratelli Doimo (Enza, Elis, Edy e Eros), figli dell’imprenditore Ettore. Applica un modello di governance che distingue la proprietà (della famiglia Doimo) dalla gestione affidata a manager. Oggi, del gruppo We.Do Holding fanno parte i marchi: Arrital, Altamarea, Copatlife, Rotaliana, Diva Divani, Busnelli, Doimo Cucine, We Do Project, Frezza, DVO, Sitland. Conta più di 900 dipendenti totali, di cui 350 in Serbia, e 9 stabilimenti produttivi.
Ufficio stampa
STUDIO MANDURINO
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