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Crisi della famiglia durante il lockdown: +59% di chiamate ai centri antiviolenza e boom di richieste di separazione

Crisi della famiglia durante il lockdown: +59% di chiamate ai centri antiviolenza e boom di richieste di separazione

Durante queste difficili settimane, l’unico aiuto è stato rappresentato dagli avvocati familiaristi. Avv. Ruggiero: “Il nostro ruolo è stato anche quello di mediatore, per evitare che le situazioni degenerassero, creando gravi danni all’interno delle famiglie”

Le lunghe settimane di lockdown hanno messo a dura prova le famiglie di tutto il mondo, accentuando problemi e tensioni. Secondo l’ISTAT, in questo periodo le telefonate al numero antiviolenza sono state 2.013, con una crescita del 59%. Moltissime le richieste di separazione in molti dei paesi che hanno vissuto la quarantena, Italia compresa.

In questo periodo, l’avvocato familiarista ha svolto un ruolo determinante, andando spesso anche oltre quello che è il suo ruolo convenzionale. È stata la figura di riferimento per migliaia di persone, durante questo difficile periodo di emergenza sanitaria in cui tutto era sospeso e congelato. Le Autorità che solitamente sono preposte all’aiuto e alla protezione delle famiglie erano state costrette a sospendere la loro attività. L’unica figura che è sempre rimasta in attività, reperibile anche 12 ore al giorno, è stato, appunto, proprio l’avvocato familiarista.

“In questo periodo il nostro compito è stato molto importante. – Spiega l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia – Basta pensare, ad esempio, a contesti di violenza domestica, in cui l’intervento del legale è stato determinante per allontanare tempestivamente la vittima dal carnefice, o alle famiglie separate che stanno affrontando le tensioni legate alla divisione, che hanno visto l’ex coniuge usare la scusa della quarantena per non rispettare il diritto di visita o le regole dell’affido condiviso. Il nostro ruolo è stato anche quello di mediatore, per evitare che le situazioni degenerassero, creando gravi danni all’interno delle famiglie.”

“Qualche anno fa, nel periodo in cui io ero membro in una commissione speciale, presso il Tribunale civile di Roma fu creata una stanza per l’ascolto del minore. – Prosegue l’Avvocato Ruggiero – Questa stanza si è rivelata fondamentale, sia per i diritti del fanciullo, in quanto è in un’unità separata dalle aule di udienza, sia per noi difensori, poiché possiamo essere presenti dietro un vetro a tale ascolto, recependo non solo le manifestazioni di volontà del minore, ma anche la gestualità che è un aspetto determinante nell’ascolto e della comprensione del ‘non detto’. Il minore deve però essere informato della presenza dei Legali dietro il vetro. Tali ambienti sono un punto di forza per le sezioni specializzate della famiglia ed io come legale esperto ritengo necessari tali ambienti in tutti i Tribunale che si interessano di diritto familiare.”

Durante i mesi di lockdown, l’Avvocato Ruggero ha ricevuto un incremento di richieste di informazioni circa la separazione dell’80%, ma quasi il 25% dei clienti ha scelto di non proseguire, seguendo il consiglio dell’avvocato di provare a risolvere la situazione cercando di capire se fosse possibile recuperare il rapporto, magari con l’ausilio di un terapista. Le donne vittime di violenza che hanno contattato l’avvocato per conoscere le modalità di allontanamento dal partner sono aumentate del 32%, mentre le richieste in merito al mancato rispetto degli accordi per la gestione dei figli dei separati sono aumentate del 64%.
FONTE : ALESSANDRO MAOLA COMUNICAZIONE