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La pandemia sta minando Leadership e Governance dell’OMS.

NUOVE OPERE A LIVIGNO IN VISTA DELLE OLIMPIADI 2026

La pandemia sta minando Leadership e Governance dell’OMS.

Da quella terroristica alla negazionista, la sua comunicazione risulta inadeguata e contraddittoria

Reputazioni messe a dura prova e fuori controllo. La Governance dell’OMS peggiora di oltre il 50%. In edicola il nuovo numero di Reputation Review, con un focus su come gestire le crisi reputazionali e un’inchiesta sui farmaci falsi che smaschera il business dell’inganno.

Il covid19 ci ha messo di fronte ad una situazione che nessuno di noi era veramente preparato ad affrontare. Come se non bastasse, la situazione è stata peggiorata da una comunicazione spesso ambigua, con informazioni in contrasto tra loro, che ha creato confusione tra i cittadini.

Dalla quello terroristico al negazionista, il nuovo paradigma comunicativo viene analizzato minuziosamente nel nuovo numero di Reputation Review, l’unica rivista italiana che studia in modo scientifico la reputazione e il suo valore, edita da Zwan. Sulla copertina del numero 23, in edicola dal 22 dicembre, Tedros Adhanom, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che avrebbe dovuto essere il saldo punto di riferimento durante la pandemia, ma che con diversi scivoloni ha perso parte della sua autorevolezza, con un duro colpo alla reputazione.

Nello specifico, la Reputazione dell’Oms ha registrato un brusco calo nella sua Leadership percepita, ma ancor di più nella Governance, peggiorata di oltre il 50% in pochi mesi, a causa di evidenti incongruenze organizzative e gestioni poco fluide e chiare a livello di responsabilità. Non sembra essere stata minata, nel complesso, l’affidabilità percepita dei rapporti sull’attuale andamento della pandemia a livello globale e delle indicazioni in merito ai vaccini.

Ciò che, di contro, sembra essere emerso è un cambio di veduta su “ciò che poteva esser fatto”. A pensarlo, e dunque parliamo di Stakeholder, sono Società, Istituzioni e Cittadini. In particolare, anche gli stessi Dipendenti hanno visto decrescere la propria percezione reputazionale della stessa Oms: emblematici, infatti, sono i casi dei dipendenti che, aggirando le imposizioni dell’organizzazione, hanno incominciato a testimoniare per vie dirette o indirette sull’accaduto, per svelare la verità.

“Esistono delle nuove regole che governano la comunicazione – spiega Davide Ippolito, curatore della rivista assieme a Joe Casini e CEO di Zwan, azienda specializzata in reputation marketing – regole che vengono spesso sottovalutate e che a volte spostano la percezione di determinati problemi nei confronti dell’opinione pubblica. La reputazione diventa l’asset fondamentale di ogni scelta strategica. Quando condividiamo un contenuto lo facciamo principalmente per guadagnare la nostra parte di social currency, la valuta sociale, quel valore che otteniamo interagendo e socializzando con altre persone. Non condividiamo un contenuto perché interessante, bensì dal valore che otteniamo in termini di buona reputazione. Se condividere una teoria o una ci fa guadagnare valuta reputazionale nel confronto dei nostri interlocutori, come organizzazioni diventiamo più forti. Anche l’OMS e tutte le grandi organizzazioni hanno bisogno di focalizzare il loro ruolo in termini di Reputazione, affinché la loro attività sia percepita dai cittadini in modo corretto, lineare, trasparente e necessaria”.

Secondo Ippolito, le regole che governano la comunicazione in tempi di covid19, caratterizzata da un eccessivo flusso di informazioni, sono inadeguate e andrebbero riviste, soprattutto per quanto riguarda ciò che spinge un determinato soggetto a diffondere un determinato messaggio. Questo, infatti, influirà anche sul modo in cui viene diffuso un determinato contenuto e sul tono utilizzato, che potrà avere sfumature allarmistiche o negazioniste, a seconda di ciò che si vuole ottenere.

Nel nuovo numero di Reputation Review vengono, inoltre, affrontati altri aspetti importanti legati all’emergenza da covid19, come l’inchiesta sui farmaci falsi a cura di Bruno Chiavazzo, il crescente indebitamento portato dalla crisi economica e le modalità per uscirne nel contributo a firma di Gianmario Bertollo, Presidente di Legge3.it, che da anni aiuta imprese e cittadini ad uscire da situazioni di sovraindebitamento, e il ruolo degli impianti e dei condotti dell’aria nella trasmissione del virus nel pezzo di Andrea Casa, Ceo di Alisea, che racconta anche la lotta che porta avanti in prima persona per una corretta informazione e una corretta pulizia degli impianti.

Nel numero anche le interviste a Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farminindustria, Mario Tozzi, divulgatore scientifico, Guido Quici, Presidente Cimo, Luca Del Vecchio, Direttore Generale IWS, Alberto Oliveti Presidente Empam e Fabrizio Pulcinelli Presidente Fasdac.

Infine, all’interno del numero trova spazio anche Alice Valsecchi di Bending Spoons, la società della App Immuni, un’azienda in costante crescita, Marco Cossolom Presidente di Federfarma, Pasquale Mugione, Medico Chiururgo e Andrea Maria Mazzaro Presidente di Federprofessional.

FONTE : ALESSANDRO MAOLA COMUNICAZIONE