Teatro

Al teatro Spazio 18B : “IL PASTICCIACCIO”

DAL 15 AL 25 MARZO 2018 AL TEATRO SPAZIO 18B “IL PASTICCIACCIO” CON GIUSEPPE PESTILLO, DRAMMATURGIA E REGIA DI JACOPO BEZZI  0
Una narrazione performata da un unico attore, un atto unico intenso e inaspettato, un continuo trasformismo ad opera di Giuseppe Pestillo, un ritorno alla lettura ascoltata e partecipata dal pubblico che viene coinvolto e travolto dalle circostanze misteriose che aleggiano intorno alle vicende del “palazzaccio” più noto della Roma bene nella fine degli anni ’20
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DAL 15 AL 25 MARZO 2018 AL TEATRO SPAZIO 18B
“IL PASTICCIACCIO”
CON GIUSEPPE PESTILLO,
DRAMMATURGIA E REGIA DI JACOPO BEZZI


Una narrazione performata da un unico attore, un atto unico intenso e inaspettato, un continuo trasformismo ad opera di Giuseppe Pestillo, un ritorno alla lettura ascoltata e partecipata dal pubblico che viene coinvolto e travolto dalle circostanze misteriose che aleggiano intorno alle vicende del “palazzaccio” più noto della Roma bene nella fine degli anni ’20
Al Teatro Spazio 18b dal 15 al 25 marzo 2018 approda il PASTICCIACCIO, moderno e avvincente testo scritto e diretto da Jacopo Bezzi che vede in scena un solo attore, Giuseppe Pestillo, nelle vesti dei tanti personaggi dell’opera.
Una narrazione performata da un unico attore, un atto unico intenso e inaspettato, un continuo trasformismo ad opera di Giuseppe Pestillo, un ritorno alla lettura ascoltata e partecipata dal pubblico che viene coinvolto e travolto dalle circostanze misteriose che aleggiano intorno alle vicende del “palazzaccio” più noto della Roma bene nella fine degli anni ’20.
L’intreccio del “giallo” ruota attorno a due delitti avvenuti a distanza di pochi giorni (il 14 e 17 marzo 1927) nello stesso stabile romano di via Merulana 219 (“er palazo dell’oro”, o “de li pescicani”, nella fantasia popolare). L’aggressione all’aristocratica veneta Menegazzi da parte di un robusto giovane che le ruba una quantità di gioielli, e l’omicidio della ancor più ricca Liliana Balducci. Delle indagini è incaricato il commissario di origine molisana Francesco Ingravallo (tutti ormai lo chiamavano Don Ciccio), che dei coniugi Balducci era conoscente: meno di un mese prima aveva pranzato a casa loro, trovando modo di ammirare calorosamente la bellezza malinconica di Liliana, donna tormentata dall’assenza di prole. Ingravallo è un poliziotto sui generis: un po’ filosofo, un po’ psicologo; si ostina ad applicare alle sue indagini letture scarsamente apprezzate dai superiori “questioni un po’ da manicomio: una terminologia da medici dei matti”. La contemplazione del cadavere di Liliana, prostrata a terra in una “posizione infame”, supina con la gonna rovesciata fino al petto, dà adito a considerazioni amare e cerebrali sui misteri del sesso e della morte.

1 comment

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