ROMEO GIGLI AUTUNNO-INVERNO 2023-24 “METAMORFOSI”
ROMEO GIGLI AUTUNNO-INVERNO 2023-24
“METAMORFOSI”
La collezione FW_23-24 prosegue il pregiato filone della narrazione: il team creativo ascolta il cuore che pulsa nel profondo dell’identità della maison Romeo Gigli per suggerire la direzione, la bussola puntata all’attitudine di condurre viaggi attratti da ricerche insolite e appassionate attraverso dimensioni inesplorate, per raccogliere storie che attraverso i capi si fanno rivelazioni, racconti del mondo intrisi dello stupore di sempre nuove visioni.
In uno slancio ardito, l’ispirazione s’affaccia alla soglia dell’immaginazione e s’inoltra nel mistero del caos originale:
s’immerge nella vertigine suggestiva, e compie un viaggio mentale dentro il fascino visionario della trasformazione creativa.
In un guizzo istintivo, trova nella ricchezza enigmatica dell’opera inedita di Franz Kafka artista, che s’aggiunge alla forza di scrittore, la complicità di affinità elettiva: s’addentra nei fogli affollati dei disegni kafkiani, pagine spontanee nate sparse tra gli anni giovanili e supporti improvvisati di diari, retro di cartoline e angoli di giornali, popolate d’innumerevoli figurine nere ineffabili e inafferrabili, che richiamano la curiosa dimensione surreale della celebre mutazione ne La Metamorfosi narrativa.
I personaggi vorticano sul bianco della pagina come le idee di stile vorticano nella testa all’ideazione della collezione.
In Kafka, la fantasia inquieta e trasognata disegna omini da tratti di matita rapidi e smilzi, col corpo fatto di curve e le gambe fatte di linee rette spesso troppo lunghe rispetto al busto, impegnati in gesti frettolosi e movimenti improbabili: sono caricature imperscrutabili raramente in grado di stare in piedi per non soccombere alla pesantezza della realtà quotidiana, miniature giocose e strabilianti che, come accenni leggeri di mondi complessi, danzano in disordinate fughe acrobatiche alla ricerca dell’ordine ideale custodito in un universo interiore denso di desideri di liberazione, poi rievocati nell’iconico racconto del giovane risvegliatosi insetto per via di un bizzarro processo di trasformazione.
In Romeo Gigli, la meraviglia misteriosa dell’esordio del pensiero da designer prima si libera in tutte le sfumature impulsive del disordine che genera idee sparse, schizzi di colori, scampoli di stoffe, abbozzi di silhouette: poi ritrova la via dell’ordine trasformativo nel disegno creativo, che ricompone la logica della visione stilistica, dà ordine comprensibile alla materia, vita concreta e indossabile ai capi in collezione.
Nella FW_23-24 la storia di metamorfosi accade come una trasformazione nella bellezza: un’evoluzione per manifestazioni di figure, dentro le forme, tra le trame dei tessuti, che dalla costruzione del giorno si scioglie nello stupore della sera.
I personaggi protagonisti dell’ispirazione si tramutano in motivi di decorazione: gli omini che abitavano i disegni, insieme all’emblematico insetto kafkiano, si posano sui tessuti invernali di lana, cashmere, mohair, interpretati in stampe e impunture che astraggono e accennano, ne condensano la forza narrativa e la rappresentano in grafiche di fantasia che animano le maglie asciutte, popolano le fodere svelate nell’interno di gilet e redingote avvolgenti, si stagliano sullo spazio bianco del busto e delle maniche di camicia, compaiono sull’ampia superficie della gonna raccolta sul fondo a ricreare l’inconfondibile volume a palloncino.
L’incanto evolutivo del processo di mutazione si rivela nella metamorfosi elegante delle proporzioni:
la concezione delle linee e delle dimensioni è un’opera di assonanza con le atmosfere costruttive del Liberty che hanno segnato il periodo kafkiano, rievocazione per nulla letterale, bensì suggestione di vicinanza formale che guida l’immaginazione sartoriale a costruire le geometrie attuali e mai convenzionali che sono la cifra d’unicità della maison.
Così le silhouette si vestono nelle ore diurne di strutture lineari e trapezoidali plasmate da volumi asciutti che man mano si fanno generosi sulla figura, per poi, come fosse la trasformazione dell’insetto avvolta nel bello della crisalide che sboccia in farfalla, lasciare che la leggerezza eterea vesta di seta evanescente e di lunghezza poetica la sera.
TERESA LA FOSCA