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Updated Assets : Backstage & Runway Looks of FW24 Drôle de Monsieur First Show in Paris

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Questa collezione Autunno-Inverno 2024 è altamente simbolica per i fondatori di Drôle de Monsieur, Dany dos Santos e Maxime Schwab: oggi segna la prima sfilata in assoluto del marchio, quasi esattamente 10 anni dopo la sua nascita nella periferia di Digione, una città di provincia lontana dal rumore e dalla furia della vita della grande città.

È così che hanno costruito il loro mondo creativo: fuori dai sentieri battuti, lontano dalla scena della moda parigina. Hanno creato un universo in cui tutti i loro riferimenti potessero incontrarsi, intriso di un’atmosfera unica e di una tendenza alla nostalgia, trovando un delicato equilibrio tra minimalismo e massimalismo, eleganza e opulenza, idee che sono state immediatamente identificate come temi chiave per la narrazione del marchio.

Questo “teatro dei sogni” potrebbe essere uscito direttamente dalla mente di Renzo Mongiardino, icona dell’architettura italiana del XX secolo. Era perfettamente logico che la figura principale dell’architettura decorativa fosse scelta come principale ispirazione per questa prima mostra.

Maestro dell’ornamentazione, mescolando generi ed epoche con assoluta genialità, questo ex scenografo è riuscito a evocare “lo spirito corrosivo della malinconia” in un’epoca in cui il modernismo era di gran moda.

In linea con questa visione proustiana di nostalgia, la collezione Autunno-Inverno 2024 di Drôle de Monsieur è una vera alchimia di stili, che combina ispirazioni ed epoche per riunire culture sartoriali da sempre opposte: l’opulenza ornamentale degli anni Settanta e il minimalismo normcore degli anni Novanta. Proprio come Renzo, che ha creato case sia per Gianni Versace che per Jil Sander, le silhouette di questa collezione potrebbero essere individuate su una vasta gamma di personaggi, da Sylvester Stallone a Sean “Puffy” Combs, da Luciano Pavarotti ai Bee Gees.

Apertamente versatili, le silhouette sono un inno a un passato felice: ricordi, reali o immaginari, creano influenze che si intrecciano insieme, collegandosi e costruendosi a vicenda in un mix intenzionale di generi. Un look interamente in denim, in stile cowboy macadam, contrasta con un abbigliamento ispirato allo Studio 54 dalla testa ai piedi. Cravatte e guanti sono un filo conduttore, aggiungendo tocchi finali che oscillano tra l’old fashioned e il post-gangster. Il fascino è falsamente preppy, indossato con una spavalderia esagerata. L’opulenza tipica di Mongiardino fa un paio di apparizioni, a ricordare che può esserci bellezza nell’esagerazione.

Mentre lo spazio rende chiaramente omaggio all’universo dell’architetto transalpino – sia nella sua teatralità che nei suoi pesanti ornamenti – i look stessi sono costruiti attorno a personalità, persone della vita reale, guidati dall’idea centrale che gli abiti sono fatti per essere indossati, ancora, sempre… rispettando in questo senso la tradizione più pura del prêt-à-porter.

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