Italia poco preparata sui temi della cybersecurity, scivola all’11° posto nel mondo
Gli italiani poco preparati sulla cybersecurity scivolano all’11° posto nella classifica mondiale
Lo studio rileva un peggioramento progressivo a livello globale in termini di consapevolezza della privacy online e della cybersicurezza
- Rispetto allo scorso anno, gli italiani sono scesi dall’8° all’11° posto nella classifica globale.
- Nel 2024, in Italia il numero di “Cyber Star”, di utenti consapevoli e preparati, si è dimezzato.
- Le persone in Italia ignorano quali siano i principali problemi di privacy quando utilizzano l’IA per lavoro.
Secondo una nuova ricerca della società di cybersecurity NordVPN, gli italiani sono all’11° posto nel mondo in termini di competenze su cybersicurezza e privacy online. Gli italiani eccellono nella creazione di password forti (98%), ma faticano a identificare i problemi di privacy legati all’utilizzo dell’IA sul lavoro (7%).
Il National Privacy Test (NPT) è un’indagine annuale globale volta a valutare la sicurezza informatica e la consapevolezza della privacy online delle persone e a educare il pubblico sulle minacce informatiche e sull’importanza, nell’attuale era digitale, della sicurezza dei dati e delle informazioni. Quest’anno la ricerca ha raccolto 25.567 risposte da 181 Paesi.
“Poiché il panorama delle minacce digitali evolve a una velocità senza precedenti, è fondamentale che gli utenti di Internet comprendano l’importanza di proteggere le proprie informazioni personali. Il National Privacy Test si impegna a educare le persone in tutto il mondo sulle minacce informatiche e a offrire consigli essenziali per difendersi da frodi, raccolta di dati, sorveglianza e altri pericoli online.”, afferma Marijus Briedis, Chief Technology Officer (CTO) di NordVPN.
Questi Paesi si posizionano tra i primi tre per quanto riguarda la consapevolezza della privacy su internet e della sicurezza informatica:
1. Singapore (62/100)
2. Finlandia e Lituania (61/100)
3. Germania e Stati Uniti (60/100)
I risultati di quest’anno hanno mostrato, tuttavia, un progressivo peggioramento dei livelli di consapevolezza della privacy online e della sicurezza informatica nel mondo.
“Per alcune persone, i progressi tecnologici possono risultare così travolgenti da render difficile stare al passo. Le app online, progettate per essere pratiche e funzionali, diventano sempre più integrate nella nostra vita quotidiana, e spesso si dà priorità alla facilità d’uso rispetto alla privacy, esponendosi inconsapevolmente a rischi. Sebbene sia preoccupante osservare un calo della consapevolezza sulla privacy online a livello globale, questa tendenza evidenzia ancora di più la necessità di educare le persone alla protezione dei propri dati personali online”, afferma Briedis.
Gli italiani sono abili a creare password robuste, ma non altrettanto di fronte ai problemi di privacy legati all’IA.
I risultati del test hanno dimostrato che gli italiani sono bravi a creare password forti (98%) e a gestire le offerte sospette di servizi di streaming (94%). Conoscono anche le autorizzazioni da concedere alle diverse app (89%), i rischi in cui si incorre salvando i dati della propria carta di credito sul browser (88%) e quali dati sensibili evitare di condividere sui social media (85%).
Eppure, solo il 7% degli italiani sa quali sono le questioni di privacy da considerare quando si utilizza l’IA in ambito lavorativo, e solo il 9% sa quali dati vengono raccolti dai fornitori di servizi internet (ISP) come parte dei metadati. Inoltre, gli italiani sono per lo più ignari (12%) delle soluzioni di protezione della propria rete Wi-Fi domestica, ritenendola probabilmente sicura di default. Infine, solo il 18% degli italiani sa dove conservare le password in modo sicuro, ad esempio utilizzando strumenti come i password manager.
Tra gli italiani, l’1% è un Cyber Wanderer (non sa quasi nulla di privacy e sicurezza informatica), mentre la percentuale maggiore (55%), con un punteggio di 50 – 74, è Cyber Adventurer, qualcuno che ne sa abbastanza ma ha ancora margini di miglioramento. Il numero di Cyber Star consapevoli in Italia, invece, quest’anno si è dimezzato .
Cosa è cambiato nel comportamento degli italiani rispetto allo scorso anno?
Rispetto al 2023, meno italiani comprendono i vantaggi in termini di sicurezza dell’aggiornamento delle app non appena questo è disponibile. Mentre nel 2023 il 75% ha dichiarato di aggiornare un’app non appena è disponibile un aggiornamento, quest’anno la percentuale è scesa al 64%. Tuttavia, c’è anche una nota positiva: rispetto a un anno fa, un numero maggiore di italiani è diventato più consapevole su come agire nel caso in cui una violazione di un fornitore di servizi comprometta le informazioni del proprio account. (45% nel 2023 contro 49% nel 2024).
Infine, va detto che i partecipanti italiani, come quelli spagnoli, sono risultati tra i più carenti in tutti i punteggi.
Le persone tra i 30 e i 54 anni sono le più consapevoli della privacy online a livello globale
Il punteggio globale del NPT ha raggiunto il 58% quest’anno, il che dimostra la diminuzione della consapevolezza della privacy online e della sicurezza informatica nel mondo, rispetto al 2023 (61%) e al 2022 (64%).
Principali dati chiave globali:
- Le persone di età compresa tra i 30 e i 54 anni sono le più preparate in materia di cybersecurity, con la maggior parte delle Cyber Star in questa fascia di età.
- Insieme al settore IT, gli intervistati del settore finanziario hanno ottenuto punteggi NPT leggermente più alti rispetto agli altri.
- I punteggi delle categorie “consapevolezza della privacy” e “tolleranza al rischio digitale” sono più bassi rispetto al 2023 a causa di due nuove domande sull’IA – solo il 5% delle persone ha risposto correttamente.
“Oggi, molte persone sono più focalizzate sui benefici immediati che sulla sicurezza a lungo termine, e questo cambiamento potrebbe aver contribuito a una diminuzione della consapevolezza della privacy. Inoltre, mentre si naviga tra un’enorme quantità di contenuti, gli avvisi di sicurezza e i consigli sulla privacy finiscono spesso per perdersi nel caos della rete”, spiega Briedis.
Come aumentare la propria privacy e sicurezza online
Marijus Briedis di NordVPN condivide una serie di azioni da compiere per migliorare la propria privacy e sicurezza online:
- Creare password uniche e forti. Utilizzare password uniche e robuste per ogni account online. Utilizzare, inoltre, un gestore di password e, se disponibile, impostare un login con passkey per gli account personali.
- Attivare l’autenticazione a più fattori (MFA). Rafforzare la sicurezza del proprio account attivando l’autenticazione a più fattori. Questo aggiunge un ulteriore livello di protezione richiedendo un’ulteriore forma di verifica.
- Mantenere il proprio software aggiornato. Aggiornare regolarmente il software, i sistemi operativi e le applicazioni. Questo aiuta a risolvere le vulnerabilità e a garantire l’applicazione delle patch di sicurezza.
- Utilizzare una rete privata virtuale (VPN). Utilizzare sempre una VPN per criptare la propria connessione internet, proteggendo le proprie informazioni personali da potenziali intercettatori.
- Controllare le impostazioni della privacy. Controllare e aggiornare regolarmente le impostazioni della privacy sulle piattaforme social, sulle applicazioni mobili e su altri servizi online.
- Mai smettere di informarsi (sulla sicurezza informatica). L’apprendimento continuo consente di prendere decisioni informate e consapevoli per proteggere al meglio la propria presenza online.
Metodologia: Il National Privacy Test è un sondaggio libero e aperto a tutti. Nel 2024, il sondaggio ha avuto 25.567 intervistati provenienti da 181 Paesi che hanno risposto a 23 domande finalizzate a valutare le competenze e conoscenze in materia di privacy online. I dati relativi al 2024 sono stati raccolti fino al 17 luglio 2024. Eventuali differenze rispetto ai risultati della pagina web sono dovute alle risposte di coloro che hanno preso parte al sondaggio dopo tale data. Inoltre, l’analisi del 2023 ha preso in considerazione tutti i dati del 2023. La comunicazione dello scorso anno riportava solo i risultati intermedi fino al 19 luglio 2023.
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